Che viaggio
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] L'altro ieri abbiamo visitato il villaggio Karen di Tha Tafang, ad un'oretta di fiume ampio e fangoso da dove ci ha lasciato la jeep: un piccolo e povero gruppo di case, un paesetto emarginato di 'Karen liberi' (cioè non profughi) ma costretti alla vita povera e limitata in uno sperduto angolo di foresta sulle rive del Salween.
Non ho visto miseria e abbrutimento, ma una povertà dignitosa! Però lisolamento e leconomia di sussistenza fanno un po impressione, si percepisce la chiusura, larretratezza come 100 anni fa in qualche sperduta nostra valle.
Abbiamo montato le nostre zanzariere al piano rialzato della bella casa che ci ospita, fatto una doccia con i pentolini nel bagno piastrellato (ovviamente un lusso!), cenato con ottima insalata di bamboo e ... riso!
Assolutamente bello e selvaggio il tratto di fiume Salween, confine Thai-Birmano, navigato all'andata e al ritorno dal villaggio. Stagione delle piogge significa fiumi opachi, rossicci, gonfi dacqua e legni che il 'nostromo' evitava con abilità alla guida veloce della canoa spinta dal potente motore riciclato di un vecchio camion! I colori, la foresta, il motore che rompe il silenzio, il caldo, che viaggio!
Ecco l'estratto del diario di viaggio di chi ha partecipato quest estate ad un'esperienza fantastica, un viaggio solidale a conoscere il popolo Karen.
Reability sta lavorando affichè questa attività sia riproponibile in futuro, vi faremo sapere a breve.
Visite ai progetti, ai villaggi Karen, al Campo Profughi di Mae La, intervallate da escursioni nella jungla, a piedi, sul dorso di elefante, in canoa e zattera. Insomma 10 giorni intensi.
Intensi al punto che sono passati alcuni mesi ma sembra ieri, che viaggio!